venerdì 28 maggio 2010

Violenza inaudita

Ti ammazzo con le mie sole mani, o qualcosa di simile. È questo il significato di Krav Maga, o almeno lo è per l'istruttore peloso che ho conosciuto l'altra sera.

Reduce dalla mia avventura in canoa lungo il fiume, mi sono fatto convincere a provare una lezione di difesa personale. Ci partecipano alcuni colleghi (non i due primati Macaco1 e 2, purtroppo) e mi hanno detto che è un gran divertimento. La cosa bella della faccenda è che non è una disciplina sportiva, quindi non ci sono categorie, quindi se ti va bene puoi trovarti avvinghiato corpo a corpo con la bella mora che frequenta il corso. Non chiedo di meglio! L'istruttore peloso presenta il programma.

"Signori," mani dietro la schiena in perfetto stile sergente dei marines. "Krav Maga significa morte." E mi guarda. "Imparerete a distinguere gli amici dai nemici," e mi indica. "Questo non è un corso per signorine e per rammolliti," sempre con lo sguardo verso di me. "Qui imparerete che anche il più duro degli essere umani può essere piegato. Imparerete un nuovo concetto di velocità e precisione e soprattutto di dolore." I suoi occhi infuocati mi penetrano nella carne e arrivano fino alle ossa.

"Tu!" Il suo indice, più simile alla canna di un fucile che a un dito umano, è puntato nella mia direzione. Deglutisco, anche se ho la salivazione azzerata. Come se fossi pilotato telepaticamente, faccio qualche passo verso l'istruttore peloso.

"Questo è un essere umano." Mi guarda. "O almeno tenta di assomigliare a un essere umano. I punti chiave di questo inutile ammasso di carne... di'," e con un tono più mellifluo mi chiede "non sarai per caso un ingegnere?" Io faccio no con la testa. I miei colleghi fanno sì. In questo preciso istante mi sento solidale con le vittime di Robespierre durante il Terrore. "Comunque," prosegue, "i punti chiave dell'essere umano sono occhi, gola, testicoli e ginocchia. Gli ingegneri hanno qualche variazione sul tema, ma per il momento fatevi bastare questo. Ora esamineremo la struttura ossea e muscolare e i punti di rottura delle articolazioni."

Nella mezzora seguente, trattandomi come un manichino, mostra ai partecipanti tutte le mie giunture. Pratica su di me tutte le prese più meschine e luride che riesce a concepire portando i miei tendini e le mie ossa verso il punto fatale. Purtroppo per il povero istruttore peloso, le normali regole che valgono per l'essere umano, non valgono per me.

"Se faccio così fa male?" E mi torce un braccio dietro la schiena.
"No."
"Così?" E ho un piede girato di 345 gradi.
"No."
"Così?"
"No."
"Così?"
"No." Quando mi metto a ridere, l'istruttore peloso desiste.

Lo vedo un po' giù di morale, allora per non farlo sentire del tutto inutile mi massaggio un gomito fingendo una smorfia di dolore.

"Visto? Funziona!" Dichiara raggiante ai presenti. "E ora, facciamo un po' di pratica a coppie." Parte una sessione di kamasutra marziale di gruppo. Purtroppo la bella mora se l'è presa l'istruttore peloso, a me è capitato un collega.

Ci spiega che bisogna colpire per primi i punti più vulnerabili del corpo pur prestando attenzione all'ambiente circostante per eseguire una rapida fuga dalla minaccia. Ci insegna che per un uomo, il colpo più letale è la ginocchiata (seguita da un calcio, per gradire) proprio sotto lo scroto. Infatti...

La bella mora, colta da improvvisa iniziativa parte all'attacco dell'istruttore peloso. Esecuzione perfetta: presa, ginocchiata, calcio e l'istruttore va giù esalando tutta l'aria che ha in corpo. Resta in posizione fetale un quarto d'ora, piagnucolando, poi, con coraggio: "...ci vediamo... m... martedì... prossimo..." e sviene.

Non lo so... questa krav maga non mi convince del tutto.

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