martedì 11 maggio 2010

Vestiti 2D

Tra tutti gli elettrodomestici, il ferro da stiro è quello più inquietante e pericoloso. Tanto per cominciare, sembra che respiri, che sia vivo. Manda sbuffi da toro inferocit mentre inquadra il patetico torero con il lenzuolo rosso. E poi ha una temperatura pericolosamente elevata. L'aria nelle sue vicinanze trema e si fa liquida. Tuttavia riconosco che ha un discreto fascino: in un unico oggetto dal costo contenuto (l'ho pagato 13 €) si fondono la potenza del fuoco e la mutabilità dell'acqua. Due forze della natura piegate e domate dall'uomo per appiattire le mutande.

Le mutande e tutte il resto dell'abbigliamento strapazzato dalla macchina rotante. A pensarci bene, trovo che sia assurdo tutto questo rito di lavaggio, asciugatura e appiattimento. Non si potrebbe trovare un modo di lavare i panni senza appallottolarli? In effetti non posso nascondervi che sto ideando un metodo per lavare in pochissimo tempo tutti i propri capi. Attualmente è ancora pura teoria e prevede l'utilizzo di una macchina in stile Pulivapor. Comunque non voglio anticipare altro. Quando sarà il momento conoscerete tutti i risultati della fase di progettazione e degli esperimenti condotti.

Per il momento, però, bisogna accontentarsi delle vecchie tradizioni e seguire in modo pedestre la sequenza che ci siamo tramandati di madre in figlia. I figli maschi sono stati tenuti allo scuro di tutta la faccenda, ma grazie alla mia laurea in ingegneria e alla mia intelligenza superiore, posso tranquillamente sopperire alla mancanza di informazioni. Per il lavaggio non ci sono problemi: ne ho già fatto uno a macchina vuota, basta ripetere il procedimento con dentro i panni. Riempio il cestello della lavatrice, doso il detersivo e l'ammorbidente, imposto le manopole e avvio. Eseguo tutto con la sicurezza di una massaia, non ci sono più segreti tra me e questo parallelepipedo bianco. Ammetto che comunque non è andato tutto proprio liscio. C'è ancora del margine di miglioramento. Di detersivo ne posso mettere anche meno, la quantità di schiuma è impressionante e ho temuto che la lavatrice si mettesse a eruttare lava bianca e soffice. Anche di panni ce ne devo mettere un po' meno. Più che emettere i normali rumori, la povera macchina gemeva ad ogni giro di cestello. Ha anche sferragliato all'inizio della centrifuga, ma a un rapido controllo sembra che non abbia subito danni gravi. Tra le altre cose dovrei anche impostare una temperatura più bassa. Forse novanta gradi sono troppi. Il risultato è stato comunque discreto: i panni sono puliti! Ok, il maglione non ha un bell'aspetto, ma si sa che non si può fare una frittata senza rompere qualche uova.

Aspetto un paio di giorni che i panni si asciughino sullo stendino in camera. Una volta secchi li raccolgo e mi preparo all'appiattimento generale.

Temperatura del ferro: tre pallini. Diciamo pure addio ai Celsius e ai Kelvin, bentornati all'età della pietra. Vapore: tre lineette, ovviamente. L'attrezzo dopo poco prende a sbuffare e a farsi rovente. Nel frattempo appoggio il tovagliolo sul tavolo (non ho l'asse, uso direttamente il tavolo della cucina). Afferro l'attrezzo incadescente con un po' di timore. lo appoggio sul tovagliolo scolorito (noto solo ora il colore grigiastro) e premo con tutte le mie forze. Arrivo ad usare anche due mani. Resto in posizione almeno un paio di minuti durante i quali il ferro sbuffa sempre di più. Alzo il ferro e lo sposto su una porzione del tovagliolo ancora spiegazzata. Ripeto finché il piccolo quadrato di stoffa è perfettamente piatto. Tempo dell'operazione: 13 minuti.

Sudato e ansimante guardo la pila di roba da stirare: sarà una lunga serata.

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