mercoledì 19 maggio 2010

Trilogia horror

Il cucchiaio

Intellettualmente mi sento vicinissimo ad Alenxander Fleming. Dovete sapere che il nostro, ma sicuramente lo conoscete, scoprì che la crescita di batteri era inibita nelle vicinanze di un particolare strato di muffa cresciuto in laboratorio. Si interessò al caso e se ne venne fuori con una scoperta che chiamò penicillina. I colleghi, naturalmente, durante il processo di studio delle muffe, lo deridevano e lo davano ormai per pazzo. Ma lui niente, non volle mai demordere e alla fine non solo trionfò sui colleghi ma anche su malattie come la sifilide. Sono alcuni giorni ormai che sto osservando un procedimento del tutto simile. Qualche tempo fa ho lavato il cucchiaio di legno dopo averlo utilizzato in cucina. L'ho lasciato un po' a scolare e me ne sono dimenticato. Devo avero adoperato altre volte e lasciato ovviamente in condizioni di umidità, fatto sta che oggi, tornando a casa, ho notato che un bello strato di muffa si è messo a crescere proprio sul cucchiaio. L'aspetto è ripugnante e l'odore pungente. Memore dei dissapori di Fleming con i colleghi e sapendo che la sifilide è già stata debellata, ho lavato il cucchiaio e l'ho purificato con il fuoco del fornetto. Adesso ha una aspetto decisamente più scuro, ma è tornato sicuramente sterile.

Le zucchine

Ogni uomo ha i propri limiti, il mio è verde e affusolato. Sto parlando ovviamente di zucchine, mi piacciono motlissimo ma non sono capace di cucinarle a dovere. Ho tentato in vari modi, le ho perfino infilate nell'insalata di riso così, crude e tonde come madre natura le ha fatte. Ma niente: il risultato è sempre mediocre. Proprio per questo desiderio di mangiarle e per la mia incapacità nel cucinarle, le compro tutte le volte che vado a fare la spesa, ma poi le lascio in frigo nel sacchetto di plastica. L'ortaggio si vendica entro la settimana. Se aprendo il frigo si viene assaliti da un odore particolarmente forte, la probabilità che le zucchine siano andate all'altro mondo è davvero alta. Che fare in questi momenti: semplicissimo, seguire i pochi passi della mia guida "Sun Tzu e l'arte della guerra contro gli ortaggi". Prendere un coltello, un tagliere di legno e le zucchine. Tagliare (a occhio) la parte della zucchina che sembra marcia. Assaggiare la parte sana. Se il gusto è terribile, tagliare un altro po' e ripetere con l'assaggio. È infallibile e stimola i sensi di colpa per aver lasciato l'ortaggio tutto solo per troppo tempo.

La trippa

La ricetta standard della trippa sta scritta sul lato della lattina dove è contenuta. Versare il contenuto della scatola e bla bla bla bla. Questi qui che scrivono le ricette, decisamente, non capisco nulla di cucina. Ve lo spiego io come si fa a far cuocere la trippa. Aprire la lattina di trippa e metterla sul fornello. Accendere un fuoco basso sotto la lattina. Quando il gel si trasmuta in liquido aggiungere un cucchiaio di olio e del prezzemolo. Afferrare la lattina incadescente e vuotate il contenuto nel piatto. Accompagnare il torbido mischione di interiora e facioli con dei crostini di pane tostato. Così è come l'ho fatta l'altra sera al ritorno dall'ormai quotidiano rito della corsa. La lattina è per due persone, ma dato l'appetito, me la sono mangiata tutta con molto godimento. Nota per me: la prossima volta sarebbe il caso di utilizzare la cappa per aspirare e filtrare i soavi odori prodotti dalla cottura, pena la casa che sa di trippa per una settimana. Non che mi dispiaccia ma insomma, se qualcuno viene a trovarmi...

Buon appetito.

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