martedì 18 maggio 2010

Appello disperato

Pop.

Far parte di un élite significa appartenere ad un gruppo ristretto di persone separate dal resto della popolazione. Generalmente l'élite ha compiti e capacità speciali. Pensate, per esempio, ad un contesto militare. C'è la carne da cannone, quelli che urlano mentre caricano a testa bassa e vengono massacrati dal fuoco nemico.

Pop.

E ci sono gruppi ristrettissimi di soldati altamente addestrati che entrano in azione in situazioni critiche. Ecco, il far parte degli ingegneri informatici mi fa rientrare in un'élite: persone altamente qualificate con capacità talvolta superiori all'uomo medio e adottate in situazioni in cui il successo ha una sua criticità.

Pop, pop, pop!

Almeno, così è come la vedo io. Per il resto delle persone, io sono poco più che una scimmia che sta seduta davanti al computer tutto il giorno e che ogni tanto picchia qualche tasto mentre impreca e si nutre di schifezze. Questione di punti di vista e di sensibilità. Non posso biasimare l'uomo che capisce pochissimo della mia scienza. Come faccio a spiegare al ragioniere medio che il suo programma è stato progettato con un linguaggio che supporta almeno un paio di paradigmi di programmazione e che, cosa più importante di tutte, io quei paradigmi li so utilizzare?

Poropop!

Che nella mia mente si formano procedure e strutture dati così, nel giro di pochissimi secondi. I concetti descritti a malapena da chi ha commissionato il software si scompongono in piccole unità atomiche (pop) che portano informazione o che descrivono algoritmi complicatissimi. Come faccio a far capire tutto questo se il ragioniere medio mi vede davanti al monitor con lo sguardo fisso, un filo di bava che dall'angolo della bocca arriva fino...

...pop, pop...

...al tavolo e le uniche parole che dico sono insulti rivolti generalmente alle madri di chi ha commissionato il software? Potrà anche sembrare stupido, ma non lo è. Finché la gente normale non capirà cosa sta dietro le quinte di un programma, continuerà a pensare che l'ingegnere informatico sia una specie di automa che parla una lingua tutta sua e che è stato rinchiuso insieme ai suoi simili per almeno un paio di motivi: è pericoloso (l'apparenza inganna: non è per niente innocuo), ed è sociopatico con manie di grandezza nel migliore dei casi. Credo che per risolvere il problema si debba sdoganare la figura dell'ingegnere informatico. Ho un paio di idee a riguardo.

Pop, pop e pop.

Si potrebbe, per esempio, con l'aiuto del comune, fare una serie di incontri con la cittadinanza in cui si spiega alla popolazione cosa fa l'ingegnere informatico. Oppure si potrebbe organizzare una serie di serate in qualche locale della zona. Serate a tema ovviamente ingegneristico, ma con un occhio di riguardo anche alle ultime trovate della moda e della vita notturna. Bisognerebbe trovare qualcosa per ricucire lo strappo che si è creato e cha ha lacerato la stoffa della nostra società che ha isolato sempre più il povero ingegnere costringendolo alla riproduzione per mitosi per garantire la sopravvivenza della specie. Ecco io su queste pagine lancio il mio appello. Adottiamo tutti quanti un ingegnere informatico. Facciamo in modo che non si senta mai più solo che la vita torni a sorridergli. Rendiamo la sua esistenza felice, facciamolo sentire utilie.

Pop! POP. PoP!!!

Cerchiamo di capire la sua lingua, facciamola diventare la nostra lingua. Non lasciamo che muoia nella solitudine e nella tristezza. L'ingegnere informatico non è un animale acefalo è una persona e ha bisogno di affetto. Ha bisogno di te.

P O P!

"Di' Macaco1, ne hai ancora per molto con la carta da imballaggi, la fai finita?"
"No, io mi rilasso così."

Mi dicono sia ingegnere anche lui. Pop!

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