lunedì 3 maggio 2010

Arte divina

Sabato sera. Una sera di quelle in cui esci più per abitudine che per voglia. Ti vesti anche benino, tanto per far finta che sia una sera diversa dalle altre. Jeans, camicia, maglioncino. Annuso l'aria mentre salgo in auto. Questa è aria di pioggia, si porta dietro quel non so che di inquietudine elettrica che precede il pianto. Penso a domani e alle bassissima probabilità di andare in moto a farmi un giro. chiudo la portiera dell'auto e giro la chiave mentre impreco, ma senza cattiveria o foga, solo per abitudine. Cinquecento metri più in là mi fermo. Al bar del paese M e G sono già arrivati. G ha un bicchiere in mano e M è appoggiato mollemente al bancone. Manca F all'appello, ma arriverà come al solito in ritardo. M, G e F sono tutti soldati dell'armata unna che mi ha invaso casa qualche tempo fa. Di fatto, per loro non è cambiato nulla, tanto tutti i weekend me ne torno al mio paesello e il sabato sera ci vediamo ancora. Un'altra abitudine, credo, ma mi fa piacere avere qualcuno da cui tornare. Soprattutto se disinteressato. Quando arriva F parte qualche insulto automatico. "Ti sembra questa l'ora?" e "Facevi prima a startene a casa!" sono gli apprezzamenti di M e G. Questa storia si ripete da almeno una decina di anni. M e G arrivano, ordinano e si adagiano sul bancone, arrivo io, arriva F, insulti misti.

"Che si fa?"
"Si aspetta."
"Cosa?"
"La morte o la sbronza, quella che arriva prima."
"Anche stasera?"
"Hai idee?"
"Andiamo nella città grande."
"No", "No" e "No" sono le nostre tre risposte. In sequenza a partire dal più giovane.
"Guido io, se volete," fa F, "Anche perché sulla macchina del Paul ci ho schifo a salire."
"Mmm... ok. Affare fatto."

La città grande è, beh, una città grande a una mezzora di viaggio dal mio paesello, piccola efelide sul viso arato di questa terra. Ci andiamo di tanto in tanto quando proprio il barettino ci sta stretto. Nella città grande ci sembra di essere diversi, forse più liberi. Si cammina per strada e si guardano le ragazze. Si fanno apprezzamenti pesanti e si ride molto. Ci si sente anche piuttosto stupidi, ma è questo il bello, il gioco per cui vai lì.

Arriviamo in vista della periferia sud della città grande quando il display sul cruscotto segna le 00.00. Nello stesso istante un rumore secco ci passa di fianco coperto da una carrozzeria rossa. Appena sopra la ruota di destra è tatuato un cavallino rampante su uno scudetto giallo. I vetri sono oscurati. La fiancata è bassissima. I fanali posteriori sbucano dalla carrozzeria. Non si sente più la radio. Tutti la guardiamo, chi con invidia, chi con indifferenza (io: costa troppo, consuma troppo, è sicuramente scomoda) e chi con la lussuria negli occhi. F con voce quasi tremante annuncia la divina venuta:

"Ferrari. Enzo. Rossa."

Praticamente la divina trinità. La Ferrari davanti a noi mette fuori la freccia e supera un'auto blu. F, come se fosse appena stato abbandonato dall'amata, scala una, due marce e supera il rottame blu che si intromette tra lui e l'oggetto del suo desiderio. Entriamo assieme alla Ferrari nella città grande. Le vie si fanno sempre più strette (e sempre più con due sole corsie). C'è un po' di traffico, e francamente mi sembra che il coso rosso lì davanti non sia proprio maneggevole. una sorta di benedizione per F, che non molla la Enzo per nessun motivo. Sta guidando in un preoccupante stato di trance enciclopedica.

"Ferrari, Enzo, prodotta in 400 esemplari tra il 2002 e il 2004. Segue quell'aborto dell'F50 nella dinastia delle supercar di Maranello. Motore V12 longitudinale. Cilindrata 6000cc. Potenza 660 CV. Velocità di punta non dichiarata, superiore comunque ai 350 chilometri l'ora. 0-100 in 3 secondi e 65. 1255 kg a secco. Pneumatici..."

Sugli pneumatici perdo la pazienza.

"Ebbasta, con 'sta litania, che è? È una macchina come tutte le altre."

F in effetti la smette di snocciolare dati e numeri e si gira per guardarmi. Lo guardo pure io, sul volto ha dipinta l'epsressione ebete di chi sta in grazia di Dio. E, potrei sbagliarmi, ma o l'auto di F ha due leve del cambio o F ha un'erezione gigantesca. Cerco di non guardarlo più e mi giro di scatto verso il finestrino opposto. M e G intanto se la ridono, stravaccati dietro.

Ad un tratto la Enzo fa lampeggiare la freccia di destra mentre le si illuminano gli stop. Il muso punta verso un parcheggio. Con riflessi degni del miglior Fangio, F inchioda e va a parcheggiare proprio dietro la Enzo, direttamente in un posto riservato ai disabili, ma con metà posteriore sulla linea di stop di una via laterale. La rossa non è ancora spenta e già F sta uscendo dalla sua auto. Io impietosito gli faccio una mezza manovra e perfeziono il parcheggio. Se qualcuno ha qualcosa da ridire, basta che gli facciamo vedere l'idiota che sta girando attorno alla Ferrari e il certificato per disabili ce lo dà subito.

F compie vari giri di spirale attorno al bolide mentre le portiere ad ala di gabbiano si aprono. È preso dall'eccitazione, credo che stia anche piangendo. Io, ho l'opportunità di vedere l'auto da ferma. Beh, mi sembra un po' più bella in foto che dal vivo. Dalla rossa scende una coppia sulla quarantina. Lui, alla guida, gonfia il petto e ride soddisfatto in direzione di F.

"Vuoi salirci?" fa al mio amico. F, in tutta risposta, cade in ginocchio a mani giunte e comincia a mugugnare qualcosa del tipo "no, figuriamoci, non sono degno di lei, io sono solo un umile peccatore." Alla fine cede alla tentazione e si infila sul sedile emettendo suoni imbarazzanti.

"Eheh, ti piace? Peccato perché è proprio lurida, devi vedere quando la lavo per bene. Splende."

Io penso alla mia di macchina. L'unica parte pulita è la scritta 'LAVAMI' sul lunotto. Questo sì che significa lurido.

Passano alcuni minuti durante i quali F si riprende. Scende e ringrazia inchinandosi profondamente a mo' di giapponese. Si gira verso di me.

"Hai fatto qualche foto?"
"Sì, non ti preoccupare."
"Grande, grande! Visto che avevo ragione a volere venire? Che serata! Che serata!"

Bisogna festeggiare: F è talmente contento che offrirà lui i primi due giri e qui di fianco c'è giusto un pub.

Nessun commento:

Posta un commento