lunedì 19 aprile 2010

Un sabato in moto

Le assicurazioni on line sono nate con lo scopo di non dare la possibilità al cliente di strangolare l’assicuratore con le proprie mani. È una settimana che li rincorro con il telefono perché, data la stagione, ho deciso di sbloccare l’assicurazione della moto. Sì, sono il fortunato possessore di una bella naked tutta nera e grigia. Il grigio è la polvere, mi piace il senso di vissuto che dà alla moto. Nel frattempo ho preso appuntamento dal meccanico, mio ex compagno di scuola, per una revisione generale. Fisso l’appuntamento è per sabato mattina. Dopo innumerevoli telefonate con l’assicuratore sono riuscito a spuntare l’attivazione della mia polizza proprio per sabato, ma quando ricevo il tagliandino provvisorio, noto che la polizza parte sì di sabato dalle ore 24. Chiamo l’assicuratore e con una calma quasi zen gli faccio sapere cosa penso di lui, di sua madre e di sua sorella. Dopo mezzora di insulti non ottengo nulla se non la soddisfazione di essermi sfogato.

Problema: devo portare la moto dal meccanico sabato mattina. Devo percorrere solo 6 chilometri, ma posso scommetterci l’osso del collo che troverò almeno una pattuglia. Se mi fermano mi ritirano tutto, patente, moto, carta di credito e dignità. Soluzione: studio un itinerario che mi porta dal meccanico per strade basse e per campi. Non ho voglia di spingere la moto per 6 chilometri, pesa 200 chili a secco, figurati.

Il meteo naturalmente aiuta, per sabato mattina danno piogge e schiarite. Fino alle dieci ci sono le piogge, poi arriva una schiarita. Per una volta ci hanno preso. Giubbotto, casco e mappa stampata su un foglietto e parto. L’itinerario è lungo circa 20 chilometri contro i 6 effettivi, ma è l’unica strada che posso fare.

I primi metri sono su asfalto e questo fa bene al morale, svolto a sinistra e prendo una strada sterrata, arrivo ad una cascina, svolto a destra. La strada sterrata finisce e comincia un sentiero di fango ed erba. Il fango lo detesto, ma è l’erba il vero nemico. Con le gomme che ho pare di fare pattinaggio artistico. Metto in terza e vado a rallentatore, ogni tanto provo una frenata per vedere so sto guidando in sicurezza. L’ultima frenata è fatale. Sono quasi fermo, la moto scivola e si inclina leggermente, metto giù il piede ma scivolo sull’erba umida. Vedo tutta la mia vita scorrermi davanti agli occhi. Sono spacciato, sto andando giù, sto andando giù! Mi appello al buon Signore, punto il piede a terra, piango, impreco, rido tutto in una frazione di secondo. Poi il miracolo. Riesco, ma non chiedetemi come, a rallentare la caduta della moto e nel frattempo a restare più o meno in piedi. Quando il tempo riprende a scorrere la situazione è questo: moto per terra, io in ginocchio.

Con uno sforzo disumano riesco a rimettere verticale quella matassa di acciaio di 200 chili. Mentre piango controllo tutto. Sembra tutto a posto, è solo sporca. Anche io d’altra parte sono sporco, adesso quando arrivo a casa colei che tutto sa e che tutto vede mi soffocherà di domande. Riparto e noto con sommo dispiacere che la leva della frizione si è rotta.

Impreco molto, fino alla fine della stradina maledetta. Mancano 500 metri per arrivare dal meccanico. Faccio per svoltare a sinistra quando noto che una pattuglia è ferma alla rotonda. Panico. Spengo la moto, scendo e me la faccio a piedi spingendo come un dannato. Ok, penso, sono solo 500 metri. Mentre passo di fianco alla pattuglia, i due carabinieri ridono mentre mi tengono sotto tiro con il mitra. Io li saluto con un cenno del capo.

È quasi mezzogiorno quando arrivo all’officina stremato dallo sforzo. Metto la moto sul cavalletto e mi accascio su una sedia mentre il mio amico meccanico controlla tutto e scribacchia su un blocchetto. Dopo una decina di minuti ritorna e mi porge il blocchetto con su scritto il preventivo. Leva frizione, revisione ruota posteriore, cambio corona, catena, pignone, lavaggio e manodopera: 700 euro. Svengo. Mi risvegliano a ceffoni. Ho ancora il blocchetto stretto in mano. Il mio amico mi rincuora. “Su dai, non fare così, pensa che se avessi avuto una Ducati avresti speso almeno il doppio. E senza lavaggio.”

Un sorriso mi increspa le labbra.

2 commenti: