martedì 20 aprile 2010

Infanzia rovinata

Mentre mio nipote mi ride in faccia con la bocca piena di patatine, penso che sarebbe molto meglio vivere in Alaska piuttosto di vedere una giovane vita rovinata dalla mancanza di educazione e dal vizio.

Ecco come sono andate le cose. Domenica, la regola impone il pranzo in famiglia. Per l'occasione partecipa anche mio nipote, figlio di mio fratello. Il pargolo ha 10 anni e un'intelligenza distruttiva, nel senso che riesce a rompere qualunque cosa gli capiti sotto mano e senza sforzo. Mia madre (ve la ricordate no? Piomba a casa mia ecc. ecc.) ha una predilezione particolare per il bimbo e cerca di viziarlo in ogni modo possibile e immaginabile. Ore 11.45, Attila (chiameremo così il nipotino) si aggira in cucina lamentando un certo appetito. Si dovrebbe mangiare a mezzogiorno, ma nossignore: Attila ha fame, quindi mangia subito. Lei gli apparecchia un piatto con un tris di risotti (pesto, zafferano e pomodoro a simulare la bandiera italiana) mentre gli altri commensali non sono ancora a tavola. Quando arrivo in cucina vedo Attila che mangia con le mani qualche chicco di riso, così, annoiato. Guardo mia madre cercando di fulminarla e lei si giustifica: "Aveva fame, poverino..." A conferma di questa tesi Attila spinge via il piatto e guardandola le dice di mangiarselo lei il suo riso. Sento qualche vena che pulsa sul collo e in fronte.

"Oh, non ti piace il risotto?"
"No."
"Oh, vuoi della pasta? Le farfalline?"
"Sì", ma con un ghigno malefico che gli decora il volto.

So già come andarà a finire. Pasta pronta, piatto speciale per l'ospite speciale! Arrivano le farfalline prima ancora che arrivi il risotto per noi altri. Tutto contento Attila comincia a giocare con le farfalline inscenando alcune famose battaglie aeree. I morti finiscono sulla tovaglia, per terra, nei piatti altrui, addosso a me. La sola cosa che mi ferma dal farmi giustizia da solo è che poi mia madre mi userebbe violenza. Nota, mia madre pesa tre volte me: non c'è gara, se mi prende mi fa veramente male.

Ore 12, arriva mio padre, si siede e guarda il campo di battaglia. Sospira e mugugna qualcosa.

Ore 12.03. Tutti quanti abbiamo il risotto, siamo seduti e ci auguriamo il buon appetito, mentre il Barone Rosso Barilla precipita nel mio bicchiere con fragore.

Ore 12.04, l'annuncio. "Devo andare a fare la pipì." Lei si alza come se fosse stata fulminata da una scossa elettrica e lo accompagna in bagno. Probabilmente gli serve del supporto morale.

Ore 12.10, torna. Non credo di aver sentito il rubinetto. Attila non è troppo amante dell'igiene e forse le mani non se le è lavate, in ogni caso non voglio veramente saperolo.

"Voglio le patatine." Attila non chiede: ordina. Subito la balia del piccolo imperatore barbaro scatta sull'attenti e comincia a rovistare in tutti gli scaffali per cercare il sacchetto grande. Io e mio padre soffochiamo un risata. Abbiamo messo il sacchetto del vizio sopra il mobile, in un posto segreto che nè il bimbo nè la nonna riescono a raggiungere.

Io tento un inizio di ricatto: "Mangia un po' di carne e ti do le patatine". Mia madre mi fulmina con lo sguardo, io resisto ma sono un po' a disagio, temo ripercussioni. Attila è su tutte le furie, picchia i pugni e sparge pasta.

Ore 12.22, arriva la carne. Pietanza uguale per tutti, già questo mi fa piacere. Attila cerca di archiviare il discorso carne travasandola (sempre con le mani) nel piatto della nonna. Io per sfida vado a recuperare il sacchetto di patatine e ne mangio un po', proprio davanti ai suoi occhi. È uno dei momenti migliori della giornata: Attila è quasi in lacrime, ma cede al ricatto quando riposiziono il sacchetto in alto sopra il mobile. Afferra un pezzo di carne, lo morsica e lo ingoia. Lei commossa da tanto sacrificio afferra una sedia e comincia a scalare la credenza, recupera l'oggetto del contendere e lo dà con gioia al suo pargolo adorato. Attila infila una manina nel sacchettone e si ficca una manciata di patatine in bocca. Mastica un po' e poi si mette a ridere sputazzando nella mia direzione.

Nota per me: cercare il primo volo disponibile per Fairbanks.

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