mercoledì 14 aprile 2010

La cena è servita

Certo chi ha elencato le sette arti si è dimenticato clamorosamente della cucina. Trovo che la cucina sia la più bella fra tutte le arti perché nobilita uno degli istinti più bassi dell'uomo: la fame. Lo nobilita e gli toglie quella parte animalesca del mero nutrirsi per sopravvivenza. Crea il piacere e lo mischia con il bisogno fisico. Per dire, non hai bisogno di guardare il bassorilievo babilonese, ma certo hai bisogno di mangiare se no, non arrivi alla fine della giornata.
Per cucinare servono mestiere, estro, genio, sregolatezza, pazienza, senso del gusto, senso estetico, un fine olfatto e gli ingredienti giusti. E modestamente io ho tutto quanto mi serve per vestire i panni di un cuoco provetto.

Tornato a casa dal lavoro mi coglie l'improvvisa voglia di mangiare qualcosa che non provenga da una scatoletta di latta (senza la linguetta, perché se vai al risparmio...). Guardo in frigo tanto per farmi venire l'ispirazione per solleticare il mio talento. Taleggio, gorgonzola, emmenthal (ma questo lo tengo per gli spaghetti alla svizzera), verdure miste, peperoni, cipollotti. La forma, il colore e l'odore dei cipollotti catturano la mia attenzione. I miei occhi vedono attraverso le coltri del tempo e immaginano i cipollotti in padella, apparecchiati con un'antica ricetta, ingentiliti con sapori e odori che solo un delicato equilibrio di spezie può creare. Deciso: cipollotti. Mi guardo attorno, accendo il computer e cerco un po' in giro per Internet qualche ricetta. Dopo pochi minuti trovo quello che fa per me. Eccola qui:

600 g di cipolle
15 cl di vino bianco
3 cucchiai di olio e.v.o.
pepe nero
succo di limone.

Mondare le cipolle e farle saltare con l'olio in una padella antiaderente.
Aggiungere il succo di limone
Versare il vino e farlo evaporare
Aggiungere pepe q.b.

Ora, come ho detto, la cucina è un'arte e ingabbiare l'estro di un artista in freddi schemi è una delle cose più meschine al mondo. Mi sono fatto un'idea di massima della ricetta, è giunto il momento di scatenare la mia fantasia.

Lavo e pulisco i cipollotti sotto l'acqua corrente. Dopo mezzora mi chiedo se tutto questo ha ancora senso. Comunque, ritengo i cipollotti sufficientemente puliti. Non ne ho 600 g, ne ho un po' meno, ma ok, non mi fa differenza. Li prendo e li sbatto nel tegame. Non ci aggiungo l'olio: l'olio, soprattutto quello fritto, non è che faccia così bene. Inoltre è sera ed è meglio tenersi leggeri. Non che ci tenga particolarmente alla mia salute, ma devo trovare una giustificazione al fatto di essermelo dimenticato. Per il limone non ci sono problemi perché non ce l'ho. Ma non è questa la cosa importante infatti sono stato previdente. Qualche giorno fa ho comperato una pianta di arancini giapponesi. Sono immangiabili. Sceglio i due più acerbi e li faccio a fette sottili. Aggiungo anche questi ai cipollotti nella padella. Accendo un fuoco brillante per cominciare la cottura (ho fame e non vedo l'ora di cenare). Vino! Apro il frigo e recupero la bottiglia di vino che l'orda di selvaggi mi ha portato per l'inaugurazione (non l'hanno sbevazzata solo perché era ancora caldo!). Putroppo non è bianco come raccomanda la ricetta. Dal tegame comincia a levarsi un leggerissimo sfrigolio di cipolle e mandarini acerbi. Cavatappi! Dove ho messo il cavatappi? Apro un cassetto, un altro, un altro ancora, il cassetto del tavolo, la credenza. Niente, non trovo il cavatappi. Sono spacciato! Lo sfrigolio si fa sempre più intenso. Adesso dal tegame sale un fumino bianco. Prendo un bicchiere, lo riempio di acqua e lo vuoto nel tegame per guadagnare qualche secondo e recuperare la calma. Ok, Paul, pensa, pensa. Mi viene in mente che mia madre (quella santa donna) non può essersi dimenticata del cavatappi. Ha pensato alle tende, figurati se si è dimenticata del cavatappi. Rifaccio il giro di tutti i cassetti. Sempre con la bottiglia in mano mi lascio andare a un gesto di trionfo e a un'imprecazione quando trovo un affare a forma di mela che pare faccia al caso mio. Avvito il melacavatappi nel tappo di finto sughero. Faccio leva. niente, non si apre. Faccio più leva. Il tagame sfrigola. Tiro con decisione. Niente. Mentre il suono delle cipolle che bruciano assieme ai mandarini satura l'ambiente, decido di usare tutte le mie forze per aprire la bottiglia. Fumo, c'è del fumo in casa, molto fumo! Respiro a fatica. I muscoli sono allo spasimo. Chiudo gli occhi, stringo i denti e tiro come se dovessi fermare il Titanic il giorno della partenza. Ce la faccio! Già dentro di me esulto, ma la mia gioia si trasforma in orrore quando vedo il melacavatappi rotto nelle mie mani e la bottiglia ancora tappata. Nel frattempo il fumo si è fatto ancora più denso e lo sfrigolio delle cipolle è diventato assordante.

Appoggio la bottiglia sul tavolo e spengo il fuoco.

Tutto preso dalla mia arte mi sono pure dimenticato di accendere la ventola della cappa. C'è un'odore pungente di cipolla bruciata. Io, il tavolo, le tende, il pavimento, tutto odorerà di cipolla per almeno una settimana. Nel tegame giacciono i resti semicarbonizzati della cena. Archivio il tutto (melacavatappi compreso) nel sacco dell'umido e un po' sconsolato mi dirigo ancora verso il frigo. Ci sono del gorgonzola e della colomba pasquale (che se non finisco un po' alla svelta diventerà simile al gorgonzola). La cena è servita.

Mentre mangio un sorriso mi si increspa il viso: ho fallito, è vero, ma credo di aver trovato il modo per tenere lontani i visitatori sgraditi.

3 commenti:

  1. già i cipollotti di sera di per sè non è che siano proprio così leggeri :-)))
    secondo me è stata una fortuna che ti sia bruciata questa cena...decisamente meglio la ricetta svizzera! ;-)

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  2. attenzione, voglio precisare una cosa! io sono solo il povero AUTORE sottopagato del blog. NON sono assolutamente il protagonista (ieri sera mi sono fatto un'insalata). Il protagonista non è una persona reale facilmente identificabile!

    Mi raccomando, continua a leggere e diffondi, diffondi, diffondi!

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  3. Ma... mi sbaglio o poi quelle cipolle crude carbonizzate sono finite come ingrediente di un altra ricetta? Forse mi sbaglio... ma mi sembra di aver visto l'indomani nel piatto di ...l

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