lunedì 12 aprile 2010

Incursione atto secondo

Prima o poi lo vengono a sapere tutti quanti. Basta dire "beh, sto pensando di trasferirmi", per ottenere la risposta "INAUGURAZIONEEEEEEEEEEEEEEE!!!". No, davvero, da quel momento in poi, il lavoro più impegnativo è quello di posticipare la data di ingresso, di nascondere i tuoi lavori, le tue commissione, l'attivazione delle utenze. Ma lo sai anche tu: la prima settimana devi attrezzarti per respingere gli assalti dei tuoi compari. E degli amici dei tuoi compari. E delle morose dei tuoi compari. E dei vicini di casa dei tuoi compari. Arrivi anche a pensare che sarebbe stato meglio non averli i compari. Comunque, non ci puoi fare molto: devi dedicare almeno una serata ai tuoi amici o presunti tali. Si presentano, senza preavviso. No, ho sbagliato: il preavviso te lo danno: "Siamo sotto casa tua, ci apri?". E tu ti chiedi in continuazione perché non hai fatto il porto d'armi e perché non hai preso quel fucile quando ne avevi l'occasione. Stai anche meditando l'acquisto di un'arma molto più elegante e silenziosa, considerata a tutti gli effetti attrezzo sportivo, caricata a quadrelli, potenza nominale 175 libbre... sì, la balestra. Gli invasori si sono aggrappati al citofono da almeno 3 minuti e mezzo. Il suono assordante del citofono ti impedisce di pensare in modo lucido. Alla fine decidi di aprire sapendo già quello che ti aspetta.

Sulla soglia di casa aspetti che i barbari violentino la tua intimità. Il portone di ingresso si spalanca. Tamburi nell'oscurità... arrivano! C'è chi ti salta al collo in lacrime "oddioooo, sei deiventato grande! Ci manchi già." Notare che ci siamo visti ieri sera. C'è che ti scavalca e punta direttamente verso il frigo per due motivi, depredare quello che c'è dentro e mettere gli alcolici in fresca. Numero di alcolici direttamente proporzionale alle ore che si tratterranno. Quando vedo la cassetta da 12 di vino comincio a preoccuparmi. Un terzo sta correndo verso la camera da letto e citando superman (yaaaaaaaaaaaaah) si lancia sul materasso. I miei sensi acutissimi percepiscono il lamento straziante delle doghe nuove. E vorrei sottolineare il "nuove".

Ah, non mancano naturalmente i regali: preservativi alla frutta gusti misti (ho già in mente come usarli: 1. ci addobbo casa, 2. ci addobbo l'ufficio, 3. ci conservo la carne che mi ha portato mia madre l'altro giorno.), pizzette e stuzzichini in quantità industriale (che mangeranno soltanto loro, io, se va bene, ne mangio un paio), deodorante per la casa (credo sia più per il cesso che per il soggiorno), fornitura per 2 mesi di quattro salti in padella (scongelati), tempo di scadenza stimato entro e non oltre la settimana prossima...

Ma io non sono certo da meno, inoltre ero pronto. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, anche perché il solito collega l'aveva largamente anticipato descrivendo nei minimi dettagli la ricostruzione del salotto dopo che lo sciame di cavallete ci era passata. Con grande stile e disinvoltura apro le braccia e (non dimentichiamoci il sorriso a 45 denti) dichiaro che la cena è pronta.

Stasera trippa. In scatola.

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