mercoledì 9 giugno 2010

Un simpaticone

Arrivo e vedo Paul sul lettino. Di fianco ha una cosa che sembra una donna, dalle maniche della camicia le escono dei peli lunghi e biondi. Una lacrima le scorre sul volto teso, passandole vicino ai baffi. Ha sulle ginocchia un bimbo che affettuosamente sorride. Paul dorme.

La donna mi si getta alle ginocchia e ringraziandomi di aver salvato suo figlio. Io, modesto, mi schernisco e con il cuore in gola dico: "per un amico questo ed altro". Mi stringe forte forte. Sento le costole che si flettono, sento tutti gli organi interni gridare il loro dolore. Dopo due minuti il donnone mi dà la possibilità di respirare ancora. E si mette a raccontare di quando Paul era piccolo... e bla bla bla bla!

Il bimbo (avrà 10 anni) ora è nei pressi del vicino di letto di Paul. Anche quello è messo male: un incidente d'auto credo. Sembra agitato, e nonostante il tubo che ha in gola sembra che provi ad urlare forte mentre il bambinetto gli si avvicina.

"Attiluccio per piacere torna qui, non dare troppo fastidio al signore, vieni a conoscere l'eroe che ha salvato lo zio" supplica il donnone.

Il bimbo come una lepre sparisce sotto il letto di Paul. Ne esce con una specie di telecomando. Poi guarda la nonna, poi guarda me. Entriamo subito in sintonia. Faccio un impercettibile gesto con il capo e lui con la sua manina preme a casaccio tutti i tasti del telecomando.

Il grido di Paul risuona in tutto l'ospedale, mentre il letto sembra costringere la sua spina dorsale a disegnare la lettera V.

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